Una vera e propria lezione quella tenuta da Vincenzo D’Andrea in occasione del convegno di Fiera Agricola dedicati ai prodotti agroalimentari tradizionali (PAT).
Una vera e propria specialità delle produzioni agricole che si caratterizzano per la biodiversità e per la etnodiversità concetti fondamentali chiariti dallo stesso D’Andrea, dirigente medico veterinario in forza all’Asl Caserta nonché referente C.Ri.P.A.T. per la Regione Campania.
Proprio la Campania si è confermata la prima regione per PAT nel 2019: ben 531 quelli riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
In sostanza un prodotto agroalimentare per essere tradizionale deve rifarsi ad uno scrigno di sapori, metodi produttivi e tradizioni culturali che negano, fin dal principio, il criterio di massificazione della produzione.
Per questo un PAT è possibile ‘gustarlo’ solo in determinato territorio con determinate caratteristiche e la ricchezza e la diversità delle diverse zone della Campania sono alla base di questi elevati riconoscimenti ministeriali.
“Bisogna stare molto attenti – ha specificato D’Andrea – quando si parla di produzioni agroalimentari tradizionali. I Pat devono rispondere a determinate esigenze e criteri produttivi e sono sostanzialmente diversi dai prodotti a Km 0, una definizione fuorviante – ha concluso il medico veterinario – perché non garantisce la particolarità produttiva.
Anche un mais ogm piantato e consumato in una specifica regione può essere definito a Km0 pur non avendo nulla a che fare con le peculiarità dei territori”.
Un saluto importante, quello portato ai presenti da Kayoya Masuhwa Primo Segretario con delega all’Agricoltura dell’Ambasciata dello Zambia presente alla 14esima edizione di Fiera Agricola, che conferma il suo connotato di evento espositivo internazionale.
“Sono molto contento di essere presente a questo convegno che celebra il meglio delle produzioni agricole, un settore – ha ricordato il funzionario dell’ambasciata nel suo breve intervento in inglese – su cui la Repubblica dello Zambia sta puntando molto”.
Le conclusioni sono invece state affidate a Danila Carlucci, coordinatrice area veterinaria e direttrice di igiene degli alimenti di origine animale presso l’Asl di Benevento, che ha illustrato le ultime ricerche sul miele, in particolare sulle coltivazioni del miele di ‘Sulla’ che si stanno affermando nell’area del Sannio, lanciando un appello alla tutela delle produzioni tradizionali.
“E’ chiaro per noi addetti ai lavori – ha dichiarato la dottoressa Carlucci – che il recupero e la salvaguardia delle produzioni agricole tradizionali non vuol dire soltanto offrire ai consumatori prodotti più sani e più buoni ma anche, e soprattutto, salvaguardare i territori e rilanciarli in un’ottica nuova”.
Scrivi commento