Continua questa intervista al dott. Vincenzo D’Andrea, coordinatore della Consulta del Matese e presidente dell’Associazione micologica del Matese, da parte di Clarus, il giornale di informazione edito dalla Diocesi di Alife-Caiazzo, che inaugura ufficialmente uno spazio dedicato al Parco che verrà.
A che punto è il percorso che porterà alla definizione territoriale del Parco Nazionale? Ci sono già ipotesi di perimetrazione in discussione?
Sembra che si proceda speditamente! Il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) ha “preso di petto” la questione nuovi Parchi nazionali facendone un serio cavallo di battaglia per la tutela dei territori. Come giustamente riferito dal Ministro…. “I Parchi per non inseguire le emergenze!”.
Sulla scorta di questa considerazione c’è tutta la buona volontà a raggiungere l’obiettivo di realizzare il “Parco Nazionale del Matese”.
Nello scorso mese di luglio si è costituito il “Comitato Istituzionale di Coordinamento”, tavolo tecnico ministeriale di confronto per la progettazione delle attività da farsi; successivamente gli incontri di novembre al Ministero hanno dimostrato la volontà a procedere nei tempi giusti.
Tra i momenti più importanti vanno annoverati gli incontri tenuti da funzionari del Ministero dell’Ambiente e dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca per l’Ambiente), braccio tecnico del Ministero, direttamente con i “portatori di interesse” dei territori coinvolti.
In che modo si sta promuovendo la “cultura” del Parco tra la cittadinanza? Pensi che si stia procedendo in modo corretto o occorre aggiustare il tiro?
Crediamo molto nelle attività di “facilitazione” di cosa sia un “Parco”, di come è strutturato e della realtà che offrirà ai suoi abitanti. Soprattutto per chi ha vissuto in un territorio dove, negli ultimi 15 anni, ha insistito la presenza di un Parco Regionale del Matese che ha creato sofferenza a chi ci vive perché mai reso funzionante e funzionale, sarà impegnativo ribaltare la realtà.
Smentire una notizia, anche se palesemente falsa, è sempre più difficile dopo che si è diffusa!
Se poi consideriamo che molti “speculatori” hanno fatto dei “vincoli del Parco” il loro baluardo per far sì che un’Area Protetta venga considerata un museo dove nulla è concesso… l’azione di facilitazione diviene ancor più laboriosa!
Ma la cultura e la giusta informazione sono sempre il mezzo più efficace perché si prenda coscienza di come la presenza di un Parco Nazionale sia l’unico elemento che crei le condizioni perché, attraverso la garanzia di integrità dei territori, si possa generare lavoro e convivere in equilibrio nella grande “Casa Comune” che è il Matese.
Attraverso questi principi la Consulta delle Associazioni dei due versanti del Matese ha organizzato ed intensificherà incontri direttamente con le Comunità del Matese, per diffondere la “giusta informazione”, senza pretendere di convincere alcuno ma solo di far prendere coscienza di ciò che è la realtà di una norma di tutela e delle tante opportunità che ad essa si legano. Perché il Matese non si spopoli né della sua Natura né dei suoi Abitanti.
Su questo stiamo contando tantissimo anche sull’impegno istituzionale dell’attuale gestione dell’Ente Parco Regionale con cui da Statuto ci interfacciamo. E sembra proprio che siamo sulla via giusta!
Vi inviatiamo a leggere tutt la prima parte dell'articolo sul sito di Clarus.
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