Evviva la biodiversità

Non tutti sanno che il Regno “Fungi” è uno dei Regni del mondo vivente, ormai definitivamente separato da quello dei Vegetali.

 

Anzi, a differenza di quanto si possa credere, gli appartenenti al Regno dei Funghi, per il loro metabolismo eterotrofo, sono più assimilabili al Regno Animale che a quello Vegetale: anche i funghi, come noi, hanno bisogno per vivere di sostanze preformate da altri esseri viventi.

 

Ma il Regno “Fungi” ha anche un’altra grande peculiarità: raggruppa il numero più elevato di specie esistenti nel “vivente”, subito dopo la classe degli “Insetti”, nonostante il minore interesse scientifico suscitato e una classificazione relativamente recente.

 

Un mondo affascinante e operoso, rappresentato da specie tutte accomunate da una miracolosa semplicità strutturale, priva di organi o tessuti: da esemplari microscopici unicellulari fino a “reti miceliali” di notevoli estensioni (centinaia di km/quadrati), passando per un’infinità di specie molto conosciute perché popolano i nostri boschi e le nostre praterie con i loro “fiori” (sporofori).

 

Ebbene sì… con i loro sporofori! Perché ciò che noi siamo abituati a definire “funghi” non sono altro che il “fiore” che l’organismo sotterraneo, definito “micelio” (il vero organismo fungino), sviluppa in particolari condizioni ambientali per permettere la riproduzione e la perpetuazione della specie. I funghi, esseri quasi extraterrestri del nostro pianeta, si sono adattati alle condizioni climatiche ed ambientali più estreme, riuscendo a colonizzare i vari ecosistemi naturali ben prima della comparsa dell’uomo e degli animali e hanno saputo rigenerarsi attraverso sporofori che riescono a disperdere le spore nei modi più disparati per raggiungere ogni dove, utilizzando i tanti vettori attivi e passivi presenti in Natura.

 

Attraverso forme di diffusione straordinarie (diffusione delle spore da parte del vento e dell’acqua, attrazione ed adesività verso gli insetti, richiamo cromatico ed olfattivo al fine di essere ingeriti da animali superiori) i Funghi hanno stimolato anche l’uomo a copiare i criteri spontanei che l’evoluzione è riuscita meravigliosamente a plasmare a favore di questi essere viventi.

 

E l’uomo li ha abbondantemente utilizzati in svariati campi, non solo alimentare, ma anche farmaceutico, industriale, agricolo, con fatturati di svariati milioni di euro e di dollari.

 

Ma i Funghi sono soprattutto espressione di biodiversità dei territori, contribuendo al giusto equilibrio tra le varie specie dei Regni del Vivente. Ed il Matese è espressione di questa biodiversità costituendo un “sistema ecologico” unico, dove anche i Funghi ricoprono un ruolo insostituibile.

 

Non a caso il Matese viene considerato dal punto di visto micologico tra le aree di maggiore importanza dell’Appennino. Tale “micodiversità” si esprime in nicchie straordinarie, irreplicabili, che da sempre costituiscono uno patrimonio di grande importanza. E tale unicità non poteva non attirare l’attenzione e l’interesse di micologi del territorio che ne approfondissero lo studio e la ricerca, fino al ritrovamento di specie mai identificate in altre parti del mondo.

 

Negli ultimi anni sono state ritrovate infatti ben 7 nuove specie di funghi epigei spontanei, di cui la più recente denominata, con identità inequivocabile: Rhodocybe matesina (Picillo & Vizzini, 2017). Sede di ritrovamento: la spettacolare ed esclusiva “Cipresseta degli Zappini”, altro orgoglio naturalistico per il Matese.

 

Ma il Regno dei Funghi è costituito anche da un mondo più discreto e silente, quello dei funghi “ipogei”, di cui fanno parte i “Tartufi”. Anche il “Tartufo”, che annovera in Italia 7 specie e 2 varietà commerciabili, rappresenta un grosso vanto per il Matese. Nel 2017 le documentazioni storiche sul “Tartufo nero del Matese”, che l’Associazione Micologica del Matese ha saputo porre alla Regione Campania – Settore Agricoltura, hanno permesso di farlo riconoscere quale “Prodotto Agroalimentare Tradizionale (P.A.T.)” da parte del Mi.P.A.F. (Ministero per le Politiche Agricole e Forestali).

 

Ed oggi che il Massiccio del Matese si avvia ad essere nella sua interezza un’Area Protetta con la “promozione” a Parco Nazionale, il valore della biodiversità micologica può assumere un ulteriore grande pregio. Sia per la valenza ecologica, essendo i funghi indiscutibile elemento di salubrità degli habitat dove si sviluppano, sia per quella economica costituendo una grande opportunità di attrazione turistica, di sviluppo per il territorio e di benessere per le popolazioni indigene.

 

È attraverso la fruibilità ecosostenibile di queste risorse spontanee e millenarie, che noi, popoli del Matese, dovremmo cogliere la possibilità di rivitalizzare luoghi e territori oggetto fino ad oggi di abbandono e talora di degrado ma proprio per questo scrigno di integrità naturalistica e di tradizioni che da questa integrità hanno preso vita e che la storia ci consegna intatte.

 

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